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I Comuni della provincia > Area Valdicecina > Riparbella
In base al ritrovamento di alcuni reperti arecheologici rinvenuti in località Belora si può affermare che in passato ci sia stato in questa zona un insediamento etrusco, mentre sono visibili le modeste tracce di un castello edificato intorno all'anno mille ed appartenuto, unitamente all'altro - poco distante- di Bovecchio, ad un ramo della famiglia Ghedrardesca. Ed è proprio questa famiglia che compare in uno dei primi documenti relativi alla suddetta località: si tratta di un atto di cessione datato 29 Agosto 1121 dal conte Gherardo a favore della mensa arcivescovile di Pisa. I pochi cenni storici riferito a questo periodo si riferiscono quasi unicamente a transazioni, vendite e donazioni, ciò dimostra la scarsa importanza sia dal punto di vista strategico e militare, sia da quello economico (anticamente era una zona paludosa e malsana); nel 1199 fù assegnato definitivamente al vescovato pisano, al quale fù riconfermato nel 1293 con la pace di Fucecchio. Nel 1406, pochi mesi prima della caduta di Pisa, Riparbella entrò volontariamente sotto il dominio della repubblica di Firenze, alla quale fu sottratta per poco tempo dall'esercito napoletano di Alfonso d'Aragona nel 1447. Nel 1494, si ribellò al dominio fiorentino, mantenendosi autonoma fino al 1508, quando si sottomise di nuovo ai commissari inviati da Firenze. Nel 1635 fu eretta in marchesato dal granduca Ferdinando II e concessa in feudo al nobile veronese Andrea Carlotti: nel 1737 i suoi successori la vendettero al fiorentino Carlo Ginori, sotto cui rimase fino alle riforme leopoldine che la trasformarono in comunità autonoma, dopodichè nel 1861 aderì al Regno d'Italia.
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